«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

mercoledì 14 marzo 2018

Alunni BES etichettati, quindi svantaggiati. L’inclusione “parcellizzata”. Intervista a Max Bruschi

A partire dall’emanazione della Direttiva Profumo del 27 dicembre 2012, recante “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” il concetto di inclusività è entrato con veemenza nel panorama scolastico italiano.
Da allora, sono già passati quasi sei anni, ma il concetto di inclusione, accostato in via esclusiva agli alunni con BES, ha disatteso la prospettiva fondante del concetto stesso di inclusività, come valore esteso indistintamente a tutti gli alunni. L’Ispettore Bruschi, in suo articolo, pubblicato insieme a Salvatore Milazzo, sulla rivista federalismi.it, (L’inclusività parcellizzata nella scuola italiana tra paradigma inclusivo e scelte normative) ha definito tale fenomeno“parcellizzazione dell’inclusività”. L’inclusione scolastica si è cioè calcificata in via ordinaria sugli alunni con BES, facendo perdere di vista, il costrutto ideologico su cui poggia la nozione di inclusione così come è stata partorita dalla Dichiarazione di Salamanca, Unesco 1994.
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