«Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito»

William Gibson

venerdì 20 aprile 2018

Manifesto della scuola che verrà

1. Si impara dai compagni. Anche il copiare allora è un processo di imitazione che permette di apprendere. La scuola ha bisogno di un clima osmotico, la gita ad esempio va fatta a inizio anno per costruire il clima, non a fine anno come premio.

2. Si impara con le domande. Non quelle che cercano la risposta esatta, ma quelle maieutiche che attivano la voglia di scoprire.

3. Si impara nel laboratorio. L’alternativa alla lezione frontale è il laboratorio.

4. Si impara sbagliando. Serve una valutazione evolutiva, che tenga conto del punto di partenza e dei progressi fatti. Si impara valutando i progressi fatti, non gli errori.

5. Si impara con l’insegnante che fa da regista. Non sono gli insegnanti che devono parlare, gli insegnanti devono far lavorare i ragazzi.

6. Si impara divertendosi. Se la didattica è creativa, sorprende e accompagna alla scoperta. Ai ragazzi non possiamo fare sempre la richiesta “ascoltate”, la richiesta giusta è “muovetevi, siate attivi”.

- continua su http://www.vita.it/it/article/2018/04/16/dalla-campanella-alle-file-di-banchi-le-sei-pratiche-inerziali-di-cui-/146566/

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